L’altra donna la guardava, si sentiva come una bambola era un oggetto, avevano giocato con il suo corpo, l’avevano fatta godere ed ora quasi nuda con in mostra tutto il mostrabile. Era stata fatta camminare davanti a loro, quella donna e l’altro uomo, erano stati accompagnati anche dalla ragazza che l’aveva fatta quasi impazzire con il pennello da barba,Si sentiva fradicia ma in quel momento così in mostra le stava capitando un altro tipo nuovo di sensazioni, lei quasi nuda e gli altri vestiti…. Si sentiva esposta ….Una donna da vetrina…., ora erano in tre e per un momento pensò se ci fossero state anche altre persone. In una vetrina, mostrata, i suoi buchi in vista e le sue tette anche, possibili ordini da estranei , muoversi, aprirsi per cercare di attirare gli sguardi, farli eccitare……Un altra stanza, specchi e dei capi d’abbigliamento appoggiati su un divanetto…c’erano capi di biancheria, biancheria intima, un bustino, un bustino con le stecche. Fu nuda nuovamente, il suo corpo si specchiò su quelle pareti e vide un’altra donna, ma era sempre lei, anche se aveva i capelli scomposti, il suo corpo era teso, non aveva mai portato scarpe dall’altezza simile…pensò….sono una puttana…no, non era possibile,lei la biologa la donna fredda e tranquilla , abituata a dare ordini in laboratorio dove lavorava ora….era cambiata si piaceva , annullarsi così davanti ad altri la eccitava . Le diedero in mano il bustino da indossare, portava anche gli attacchi per le calze, non autoreggenti, ma calze in seta, ce n’era uno bianco e uno nero, e poi uno in pelle, ma erano dello stesso modello , l’aiutarono, tirarono il laccetti sulla schiena, si sentiva compressa e sia il culo che le tette già obbligati ad essere spini in fuori, dalla posizione che doveva tenere per quei tacchi vertiginosi che portava furono ancora più esposti, la vita si strinse e il suo tortellino di venere scomparve, era un oggetto, si piacque vedendosi specchiata in vetrina; poi fu la volta delle calze che misero ancora più in risalto le sue gambe lunghe e incorniciarono la sua figa e il suo culo…..I suoi seni erano in mostra e l’altra donna le sfiorò i capezzoli che si ergevano duri ed eccitati con le punte rivolte all’insù. Quelle dita li sfiorarono e le unghie li stuzzicarono…chiuse gli occhi, sensazioni di piacere e le parole di lei furono micidiali.
“Con due tette così meriti di essere inanellata, ti piace farlo davanti a estranei e ti ecciti terribilmente, con due anelli saresti uno splendido animale da letto”
No, questo era troppo sentire cose simili rivolte a lei, non era un animale da letto da chiavare e basta rispose che la cosa neanche le passava per l’anticamera del cervello…..ma le dita dell’altra le presero i capezzoli e stirandoli in maniera cattiva…….la guardava fissa negli occhi, aveva un sorriso beffardo e……
” Ora tu ripeterai con me: sono un animale da letto e niente altro, ho tre buchi da usare e chiunque lo potrà fare ….”
Faceva male, con le lacrime a gli occhi pronunciò quelle parole nel silenzio più totale che era sceso in quella stanza, lei non sapeva ma la stavano registrando le sue immagini stavano finendo su un cd completo di dialoghi, era entrata in un vortice dal quale non sarebbe uscita se non con la sua volontà, lei non lo sapeva ma la sua volontà sarebbe riuscita a trovarla visto quello che accadde poi’……Tutto questo succedeva in quel negozio, mentre io mi trovavo seduto sulla poltrona di casa mia con quel vecchio seduto davanti a me, mi stava rabbonendo, la gelosia mi attanagliava lo stomaco, nella mia testa vedevo mia moglie in un negozio di articoli porno intenta a provare capi di biancheria atti alle puttane , non mi sarei mai immaginato che in quel momento lei si fosse fatta masturbare con un pennello da barba e avesse goduto alla grande…le parole che poi le fecero ripetere per me furono una bomba e nello stesso tempo una contrazione di piacere al mio cazzo , ma andiamo con calma, l’uomo mi stava rabbonendo, mi disse di non preoccuparmi e che quello che avrebbe acquistato per mia moglie erano capi di abbigliamento che avrebbero fatto la mia felicità, e visto che era sabato si sarebbe potuti uscire dopo cena, la serata era calda e a pochi chilometri da casa c’erano discoteche e il mare, io non mi davo pace ma quelle parole mi convinsero, continuò poi, “ Consideri tutto questo un regalo alla bellezza di sua moglie” quelle parole mi rabbonirono e nello stesso tempo la mia gelosia aumentò, come si permetteva quell’uomo con simili regali…? Feci per rispondere ma la cosa finì li, tutto sommato mia moglie con qualche vestitino che la rendeva attraente mi attirava, faceva caldo, quell’uomo mi aveva come ipnotizzato e poi continuò dicendo,………
“ Tra un po’ le andiamo a prendere così si farà l’idea del negozio dove sono andate le due donne non si preoccupi, usciremo tra un oretta”. Mi rabboniva, il gatto che gioca con il topo ma nonostante tutto la mia gelosia cresceva e nello stesso tempo immaginare Clara vestita in abiti succinti mi eccitava…e poi che cosa faceva con quella donna, avevo vista le dita di lei massaggiarle il culo fino a farla vibrare, l’aveva leccata e aveva giocato con i sui capezzoli fino a farla impazzire….ma lo aveva fatto con me presente, eravamo stati complici. Ora invece era via con lei, era letteralmente nelle sue mani, mi era bastato l’ordine che le aveva dato quando era entrata in casa nostra, nonostante tutti i suoi dinieghi detti mentre eravamo a letto quella mattina….Ora aspettavo che quell’ora passasse per andarla a prendere e il mio stomaco si rodeva…….Intanto Clara era immobile in quella stanza dalle pareti a specchio, le avevano dato un vestito nero…un tubino con tanto di giacchino corto, etra un tubino aderente ma non come una seconda pelle. Cadeva in maniera perfetta, vista la moda si fermava almeno venti centimetri sopra il ginocchio e le sue gambe risaltavano splendidamente; il giacchino era corto e si fermava sopra il suo mandolino , l’effetto era da urlo, e lei in quel momento si piaceva, sapeva che l’avrebbero guardata tutti, in più i decolté neri che portava si intonavano alla perfezione, ma nessuno si sarebbe accorto di niente perché quella giacca ricopriva la sua schiena nuda e non c’era posto per l’intimo; aveva i seni senza appoggi sotto quella stoffa e un occhio attento , che l’avrebbe guardata per la sua eleganza si sarebbe accorto immediatamente ed era vero, quella seta sfiorava le punte dei suoi capezzoli e si sentiva eccitata, Si sorrise allo specchio ma il volto duro dell’altra donna la squadrò, e quelle parole….”
“Non credere di essere sempre perfetta ora un abito che ti farà vergognare”
E a lei venne un accidente, era uno straccetto elasticizzato che fece fatica ad indossare, le aderiva come una seconda pelle e si fermava esattamente sotto le sue natiche. Se avesse allungato la gamba avrebbe mostrato la parte bassa del culo, e se avesse portato le autoreggenti si sarebbe senz’altro visto il ricamo e la sua pelle abbronzata sopra la calza. Divenne rossa fece un diniego con la testa “ No questo non lo porterò mai!!! “ Le sue parole ma l’altra donna si mise a ridere,,,
” Lo vuole il mio padrone e tu obbedirai e poi se pensi a tuo marito, piacerà anche a lui, l’ho visto come ti guardava quando abbiamo fatto quel numero, aveva il cazzo duro ed era eccitato: ama avere una moglie troia….”
No non poteva essere ma pensandoci bene ricordava i suoi occhi lucidi di desiderio e poi quello che si erano detti a quattrocchi quando lei aveva detto basta.. ma sembrava che ora le cose fossero cambiate, il gioco prendeva una piega strana, un vestito da troia ….ma lei non lo era…ma il suo uomo la voleva così, quel vecchio la volava così e lei si sentiva come stritolata, si guardò con quel vestito, realmente la metteva in risalto, i suoi seni si vedevano in maniera perfetta, era quasi trasparente e quella gonna era dannatamente corta, le calze autoreggenti che le avevano fatte mettere si fermavano esattamente alla fine di quella microgonna, chiuse gli occhi, si vide fare la puttana; le fecero indossare anche una parrucca rossa , i suoi lineamenti cambiarono , era irriconoscibile, si guardava allo specchio, le sue gambe lunghe fasciate nelle calze a rete, i sandali con il laccio alla caviglia e poi quel vestito rosa confetto…, elastico che non lasciava niente all’immaginazione, donna da cazzi e niente altro, cazzi di qualunque tipo, pensava a questo e al pensiero di cazzi grossi e turgidi si bagnò, sentì un pizzicorio al suo basso ventre, le sensazioni che già conosceva e i suoi capezzoli ormai erano diventati ricettivi. La osservavano tutti, l’uomo era immobile in quel suo completo scuro senza tempo e l’altra donna, la commessa che si era divertita con il pennello da barba sul suo corpo aveva un sorriso strano, Fu in quel momento che si accorse: quella donna portava uno stretto collare, un cinturino di cuoio esattamente attorno al collo, con tanto di targhetta, quasi fosse un animale, animale da mostrare e da esibire, pensò a questo , si vide anche lei con il collare e con la targhetta ma non ci volle pensare. Pensieri, piacere , tutto si mescolava nella sua testa. Le fecero provare anche altri capi di abbigliamento, si sentì sempre più esposta, dall’abito aderente a abiti in voile di viscosa, praticamente trasparenti dove l’intimo che avevano preso oltre al bustino risaltava quasi non indossasse altro; i reggiseni erano ridotti a carioca, quei capi non facevano altro che sbandierare i suoi capezzoli sempre più eccitati e le mutandine che portava ormai erano state sostituite da micro perizoma o cakesex che non facevano altro che racchiudere le sue grandi labbra con una leggera pressione e poi altri capi che avrebbero fatto arrossire anche la puttana esibizionista più scafata. Il suo corpo, il suo bel corpo era esposto in tutte le maniere e messo in risalto, se ne vergognava anche se lo vedeva esaltato all’estremo, poi quella parrucca rossa dai riflessi ramati la cui frangia le cadeva sopra gli occhi; le venne quasi da piangere, lei Clara la biologa perfetta, ecco come si stava riducendo, ma quello che le dava più fastidio era che non aveva la forza di reagire, indossava, provava, sfilava, ad un cero punto addirittura le dissero di piegarsi per mettere in mostra il culo e lei come un automa lo fece , sentì quegli sguardi che la soppesavano e che l’analizzavano come fosse un animale, la sua personalità se n’era completamente andata. Ormai avevano finito, L’altra donna le chiese, anzi le ordinò di indossare il tubino nero , l’unico capo che le fosse piaciuto e che si sarebbe fidata a portare fuori, tra la gente, si guardò ancora per un momento allo specchio , con quel vestito si piaceva anche se non doveva portare la parte alta dell’intimo, la donna pagò e si avviarono verso l’uscita. Rifecero il percorso all’indietro, vide nella stanza adiacente il lettino dove l’avevano depilata, quelle gambe metalliche , in acciaio lucido. Un paio di ore prima era stata lì, completamente nuda con le gambe divaricate e un’altra donna le dava piacere, non ci poteva credere ma era successo. Brividi si rincorrevano, non sapeva dove guardare, e proprio in quel momento i suoi occhi caddero sulla vetrinetta con i “ gioielli” , collari di tutti i tipi, pesiere, anelli e diverse palline con una nappina attaccata, alcune avevano quasi una coda, ma non ci fece caso, continuava a fissare i collari, ne era affascinata, quei collari da portare,un simbolo di sottomissione, per lei schiava delle sue voglie, aveva lasciato correre tutto e non si era ribellata. Così la trovai entrando in quel negozio con il nostro “ aguzzino” trovai mia moglie che fissava quella bacheca e devo dire che era bellissima. Clara era la fine del mondo indossava un magnifico tubino nero che la rendeva elegantissima , la scollatura, quella giacca corta, quasi un bolero adatto a una cavallerizza, il suo culo a mandolino era impeccabile , le calze scure avevano riflessi metallici e i decolté neri erano pressoché perfetti
CONTINUA