Lui l’aveva infilata dentro. Ora era di nuovo nel bagagliaio di quella macchina. Puzza…… e sentiva fortissimo l’odore del suo sudore. Vicino a lei la parrucca rossa, sapeva di urina e altro ma…ora non le interessava. Non sapeva neanche dove andassero e aveva il cuore in subbuglio, dove la portavano?…..Sapeva che la serata non era finita. Quello che era successo era stato l’inizio, come l’antipasto e……Il piatto forte doveva ancora arrivare. Dove la portavano? Se lo sentiva, sicuramente erano diretti verso una casa privata, dove lei sarebbe stata la stella della serata. Lei la schiava di lui, di quell’uomo di cui non capiva a che cosa puntasse. Lui si divertiva con lei. Si divertiva ad umiliarla e a giocare con il suo corpo. Ripensò a quello che era successo. Come dal di fuori si vedeva succhiare il culo di Inghe e toglierle con la bocca il profilattico che le penzolava fuori. Una cagna fuori misura. Un essere fatto esclusivamente per il sesso e niente altro. In quel casino in Germania era stata aperta davanti a tutti. Quei maschi avevano approfittato del suo corpo e ormai a cazzi e a carezze non ci faceva più caso. La sua ricerca era per qualche cosa di nuovo. Annullarsi completamente con il piacere e scoprire che cosa era capace di fare e……di sopportare….. Cani e cavalli, li aveva avuti e ora a che cosa stava pensando quel vecchio. La macchina stava percorrendo una strada di montagna, sentiva i tornanti, si sentiva sballottata. In quello stretto abitacolo le mancava l’aria, si sentiva soffocare. Ma nello stesso tempo in quel caldo soffocante le sensazioni che avevano ancora i suoi buchi al ricordo di quello che le avevano fatto si ingigantivano e la voglia le stava ritornando. Si sentiva come legata e costretta, e ora, di li a poco avrebbe scoperto che cosa quel vecchio voleva ancora da lei. I patti, i patti erano che non voleva segni permanenti sul suo corpo, anche se ormai aveva il fondoschiena tatuato con le sue iniziali in lettere gotiche. Si ricordò il tuffo al cuore quando entrata in quel negozio nella sua calda città del sud aveva visto la padrona con lo stesso tatuaggio. Un’altra schiava di lui, o un altro suo giocattolo. E ora, ora voleva essere inanellata anche lei. Sentire un dolore per lui, anche se i cazzi che avevano trafitto i suoi buchi non si erano comportati con la tenerezza di un amante. L’avevano trattata come una cloaca dove scaricarsi e….tutto questo a lei era piaciuto. Ora aveva il culo e la figa in fiamme, se li sentiva sformati e aperti. Nonostante tutto ne voleva ancora, dimostrargli che era la sua cagna, la sua schiava e annullarsi per fargli piacere. Piacere di cui lei ci provava gusto. Arrivarono, sentì il classico sobbalzo di un passo carraio e poi intuì che la strada si era fatta sconnessa. Erano in una proprietà privata e una volta fermati….il cofano si aprì. Un ventata d’aria fresca la avvolse. Non era il caldo soffocante della città, dovevano essere tra le montagne che sorgevano dietro. Bosco, una luna bellissima e una casa massiccia di cui intuiva i contorni; una specie di villa, immersa in un parco molto grande di cui lei non ne conosceva minimamente l’esistenza. Ma la sua uscita fu qualcosa di strano. All’apertura del cofano una pila puntò un fascio di luce fredda sul suo corpo, che quasi l’accecava. Fu tirata letteralmente fuori di peso e rimessa in piedi. Un brivido, si sentiva impacciata, tremava ma le piaceva. Si vide come una schiava, quando una volta venduta viene portata nella casa del padrone dove finirà i suoi giorni. Prima nel suo letto quando giovane e bella e poi data in pasto alla servitù. Per finire ai garzoni di stalla che si divertono con il suo corpo sfatto per farla accoppiare definitivamente con gli animali quando ormai non ce la fa più. Un destino che le fece prendere paura e nello stesso tempo tutte cose che avrebbe voluto provare. Ed era successo da quando quella donna massiccia l’aveva fatta accoppiare con i suoi due doberman. Le avevano fatto schifo, ma ricordandosi quello che era accaduto si bagnò. Si ritrovò fradicia al pensiero di quella prima volta quando succhiò il cazzo di un cane. Quella specie di tubo rosso e carnoso, come lo aveva spinto fuori dalla sacca di pelo che lo avvolgeva. Quel sapore pungente e nauseabondo di urina animale, ma in quel momento non le interessava, presa com’era dalla foia. L’animale era il maschio e lei era la femmina pronta a riceverlo e , la sua bocca poi succhiò, leccò, amò come una cagna in calore che si viole far accoppiare e ci riuscì. Il cane mugolava sotto le sue labbra, cercava quasi di scappare, e poi lei …..La fecero mettere a quattro zampe. Quella donna dava ordini e lei si mise a carponi come una cagna pronta per l’accoppiamento. Il cane le girò attorno, sentì ad un certo punto il suo naso umido, sfiorarle il culo e la figa. Fu una scossa elettrica, quella lingua calda la esplorò a fondo e entrò in lei che senza volere si allargò e spinse il culo in fuori quasi per invitare la bestia ad accoppiarsi. Abbassò la testa, assumendo una posizione se si puo dire a triangolo, dove la figa e il suo culo erano il vertice più alto.
“ Mi piegai, sfiorai la terra con la faccia, con la guancia che andava a toccare la ghiaia. Quella ghiaia puzzava di urina e nafta, eravamo in periferia. Lo sapevo, mi avevano portato li con quella specie di furgone chiusa in una gabbia fatta di rete. Un materasso, un materasso unto e bisunto dove i maschi si erano succeduti e mi avevano chiavata, chiavata. Incatenata. Il collare che portavo era stata fissato una lunga catena metallica. Catena che fu spostata quando l’interno di quel furgone sotto il sole diventò un forno rovente. Il mio odore di cagna visto che si erano succeduti nei miei buchi cazzi e cazzi era diventato insopportabile; allora quell’uomo mi trascinò fuori, una coperta e un piolo infisso nel terreno a cui legò la catena. Quella era stata la mia stanza. Ora ero all’aria aperta, almeno ero all’ombra e lui si mise in cabina a leggere il giornale. Le macchine arrivavano con i clienti, lo pagavano e io, ero il buco, solo un buco e niente altro. Mi sentivo un oggetto ma l’eccitazione in me era al top e nonostante tutto mentre mi chiavavno godevo…mi sentivo una cagna e niente altro e la cosa mi piaceva…Erano i miei ricordi torbidi e ora ero li davanti a quella casa con il cuore che batteva all’impazzata. L’aria frizzante della notte montana mi accarezzava. Quella frescura dopo il caldo soffocante del bagagliaio che quasi mi aveva fatto perdere conoscenza. Immersa com’ero in quel nirvana dato dal piacere che fino ad un attimo prima avevo ricevuto da maschi anonimi.
C’era lui e dopo avermi preso il guinzaglio e dato una tirata per vedere come reagivo le sue parole…
”Accucciati e falla, quando entreremo non avrai tempo di andare in bagno, perché sarai occupata a fare dell’altro”.
Ebbi paura, che cosa stava tramando quel vecchio dalla barba bianca nei miei confronti? Ormai mi faceva fare la puttana nel tempo libero. Mi aveva portato in un casino in Germania e poi in Italia ero finita a fare la puttana da strada. Incatenata esclusivamente a servizio dei clienti e degli animali. Ero esausta, ma quelle parole mi eccitarono di nuovo. Mi accucciai, e feci una lunga pisciata, con mio grande disgusto mi uscì anche dell’aria dal culo. A forza di prendere cazzi da dietro sia veri che finti non avevo quasi più il controllo della mia rosetta scura. Ma in quel momento non mi interessava, anche se mi accorsi di diventare rossa. Mentre tutto questo succedeva, lui mi accarezzò la testa come si fa per un animale e mi bisbigliò parole di benevolenza se così si potevano chiamare.
“ Fai letteralmente schifo, stai obbedendo ai miei ordini e posso essere fiero di te.”
Lui il mio padrone che sentivo a tutti gli effetti parlava con me, ne ero quasi lusingata. Lasciai li sul ghiaino una pozza maleodorante e così ci dirigemmo verso l’ombra scura di quella casa. Ora la vedevo bene, aveva le finestre illuminate e diverse auto erano posteggiate fuori. E andando, camminando per quanto potessi, ero vestita di scarpe e collare lui mi disse..
“Questa sera sarai venduta come una schiava, conoscerai un altro gioco. Ci sono delle altre donne e una coppia che saliranno sul palco con te. Vedrai che ti divertirai, proverai qualche cosa di nuovo, non sarai solo una puttana che lo fa a pagamento come in questi giorni ma sarai anche schiava.”
Continua