Ormai Sara era andata, aveva goduto, goduto alla grande; li in quella specie di spiazzo in fianco all’Eurospar di Viale delle Ferriere. Ora proprio non ce la faceva, aspettava il secondo maschio. Aveva sentito le gambe piegarsi sotto le ondate di piacere che le aveva dato il primo quando l’aveva presa ed ora era esausta. A quel punto lo sapeva, c’erano ancora altri due maschi infoiati da accontentare che aspettavano il loro turno. Uno ormai aveva finito e se n’era andato. E ora sola, nuda e accucciata, non ce la faceva ad alzarsi nuovamente in piedi. La sua accompagnatrice , maestra in fatto di sesso, l’aveva lasciata così, e le aveva detto che per risparmiare le forze di stare acquattata, in modo, che quando sarebbe arrivato il secondo e poi il terzo della compagnia, non avrebbe dovuto abbassarsi di nuovo per tirargli fuori il cazzo dai pantaloni, ridendo…le aveva detto…..
“ Visto che godi come una cagna in calore che cerca di accoppiarsi e non ce la fai con tutti gli orgasmi che provi devi risparmiare le forze e al terzo o quarto cliente quando farai la troia se lui lo vorrà mi andrai in svenimento, sai bene che li devi eccitare e la tua bocca è l’ideale, poi con la visione delle tue tette che penzolano come le mammelle di una vacca e la figa così in vista sei perfetta….al prossimo ti insegnerò a mettergli il preservativo direttamente con la bocca”
A queste parole Sara ebbe come una scossa, si sentiva come un pugile suonato, lei troia, in quella posizione e chiunque , qualunque persona poteva infilargli il cazzo in bocca, ebbe la visione nel vedersi in un angolo di una via Mercatovecchio, a chiedere cazzi in quella posizione sconcia. Ora non era altro che un animale in attesa e dopo alcuni minuti arrivò il secondo della compagnia…..Stesso rito, i pantaloni sbottonati, il cazzo eccitato nella sua bocca che ad ogni succhiata diventa più duro. Poi ad un certo punto quando stava per alzarsi e mettersi in posizione con le mani appoggiate al muro e il culo e figa protesi all’indietro per essere presi, sent’ sulla sua spalla la mano dell’altra puttana esperta, e cos’ facendo le diede in mano un profilattico aperto….
“ Socchiudi la bocca e infilatelo tra le labbra e i denti, vediamo se sei capace, sei la sua puttana, spicciati e vedi di farlo senza storie”
Cos’ dicendo la strattonò anche per i capelli, sballottata, non capiva ma alla fine si trovò il preservativo in quella bizzarra posizione, quasi fosse una specie di museruola rovesciata che la costringeva anche a tenere la bocca socchiusa, si immaginò oscena, la sua bocca ridotta a una figa dove si infilano i profilattici. A quel punto l’altra donna sempre tenendola per i capelli e rivolgendosi all’altro cliente che guardava Sara come affascinato per tutte quelle manovre e per quel dialogo folle.
Tutto sommato una donna giovane e nuda gli aveva tirato fuori il cazzo dai pantaloni, lo aveva succhiato con alacrità, si stava per far chiavare li nella penombra e ora aveva tra le labbra un profilattico quasi fosse un oggetto. La donna le tenne la testa ferma e…
” Poggia il cazzo sulla plastica e spingi vedrai si srotolera’ nella sua bocca e per te sarà come quasi come entrare in figa, la troia si deve esercitare, ha tre buchi, bocca figa e culo e la bocca non la può usare solo per succhiare….”
E lui spinse, lo sentì scivolare lungo il suo cazzo nella bocca di lei che nel frattempo lo teneva bloccato con le labbra. Lo fece , il cazzo si appoggiò e spinse, Sara si sentì come soffocare, il sapore dello o spermicida, della plastica che puliva con la lingua e l’effetto di quel cazzo duro che le entrava dentro fin oltre quasi le tonsille, non poteva muoversi ne fare niente perché l’altra le bloccava la testa….Un eccesso di tosse soffocato, poi l’uomo si ritrasse con il cazzo già vestito e l’altra donna…
” In piedi, in posizione….. che ti chiava su troia esegui….”
Lei si alzò, le sue mani di nuovo sul muro, le palme aperte e…di nuovo un cazzo che le scivola tra le natiche per andarle a stuzzicare le grandi labbra da dietro….voglia, eccitazione, schifo, li nuda a farsi prendere si vergognava ma nello stesso tempo si piaceva, quelle mani estranee sul suo corpo che scivolano lentamente quasi per saggiarne la consistenza e fermarsi sulle sue tette …l’ansare del maschio che la montava…un brivido….la voglia…..il piacere …..e come programmata Sara iniziò a muovere i fianchi, ad ogni affondo di lui li spingeva indietro, quel cazzo le risaliva andando a sbattere dentro di lei sul collo dell’utero, si sentiva un buco…il risucchio un rumore osceno poi l’orgasmo la travolse …la mano della troia fu sulla sua bocca per soffocare il grido di piacere e lui ne fu ancora più eccitato ….sentì quel cazzo vibrare e attraverso quella plastica sottile il caldo del suo seme, era partita nuovamente…si piegò fu quasi a novanta gradi con la testa a penzoloni..sempre tenendosi al muro..ormai era offerta, da quella posizione lo sapeva non si sarebbe più mossa passassero pure anche quanti altri maschi avrebbe voluto il suo padrone….ma non era finito perché una volta che il secondo ebbe finito le misero in mano il preservativo pieno e un ordine perentorio per farla annegare ancora di più nel vizio……
” Su cara succhia il profilattico mostra al signore come ti gusti la sua sborra così gli lasci un bel ricordo…..”
Lo fece, girata, appoggiata al muro con le gambe leggermente allargate, era il ritratto della lussuria, l’uomo la guardava come affascinato, si portò il profilattico alla bocca e iniziò a spremere il contenuto come fosse il contenuto di un tubetto di maionese, voleva che lo vedesse bene quello che faceva, si sentiva porca, la sua lingua per un momento lo titillò, poi lo capovolse e le sue dita scivolarono spruzzando sulle sue labbra il contenuto che le scese lungo il mento andandosi a perdere in filamenti lunghi sul suo petto…il ritratto della depravazione, si capiva che non lo faceva per soldi ma esclusivamente per sentirsi “ sporca e troia”……..
Così venne anche il terzo, non ebbe la forza di mettergli il profilattico era in trance, come in una nebbia si accorse che parlavano dietro di lei, ormai non reagiva più …un altro uomo un altro cazzo , le stesse sensazioni del primo e del secondo che si moltiplicano dentro di lei…di nuovo il piacere che la pervade la notte era ancora lunga che cosa avrebbe voluto ancora che lei facesse, il suo padrone ora era li presente. La sua voce leggermente rauca, i complimenti della puttana per come si era comportata , ma in quella specie di nebbia in cui si trovava non riusciva a connettere. La mano dell’altra donna la prese e la costrinse a mettersi in piedi. Il suo corpo era sudato e alzandosi sentì dell’aria che le usciva dalla figa per quanto fosse stata pompata, sull’asfalto diversi preservativi pieni e vuoti. In bocca il sapore del maschio, ma nonostante tutto ne voleva ancora, si sentiva ingorda. Soli, lui, lei e la troia e a quel punto, il suo padrone guardandola con un misto di schifato e ribrezzo….
”Pulisciti con il vestito, ti devo riportare a casa per te la notte è finita, ma prima voglio venirti in bocca”
Un ordine del padrone, finalmente il suo cazzo, un fremito, la sua figa nonostante gli orgasmi che aveva avuto e la lussuria in cui si era annegata ebbe un fremito, quel vecchio l’affascinava, era la sua marionetta la sua schiava era come sua madre, le avesse chiesto di fare sesso con lei lo avrebbe fatto, ormai era partita, prese il vestito, quello che rimaneva, ridotto a uno straccio informe, se lo passò sul corpo e sulla figa, sul buco del culo quasi per pulirsi tutta con una frenesia e un affanno unici…uno spagnolo avrebbe detto muy linda ma in quel momento non le interessava voleva essere in regola per lui il padrone e poi dopo aver fatto questo in un silenzio irreale rotto solo dal rumore del traffico che giungeva da oltre il muro si buttò in ginocchio davanti a lui…
” Aspetto il tuo cazzo padrone non chiedo altro”
Queste furono le sue parole, le parole di una schiava di una marionetta programmata da lui, voleva quel cazzo lo voleva con tutta la sua volontà sentirselo gonfiare in bocca tra una leccata e succhiata lo voleva aspirare , farsi come impalare bere il suo nettare, averlo dentro, non desiderava altro, l’avesse fatta chiavare , inculare torturare per il suo piacere, ma il suo cazzo era unico non chiedeva altro e….febbrilmente fu sui suoi pantaloni con una certa difficoltà fece scendere la zip e poi finalmente lo ebbe in bocca quasi come premio per la serata folle che aveva passato sacrificandosi sull’altare della lussuria.
Il suo cazzo, lo succhiai con avidità, era eccitato, il mio padrone era eccitato per quello che avevo fatto o che mi avevano fatto…succhiai il suo cazzo, lo volevo sentire venire, sentirlo vibrare l’attimo prima di avere il suo piacere in bocca e così avvenne, mentre lo succhiavo le mie dita gli andarono a solleticare le palle e fecero pressione sul suo mudiana ciaktra, venne e venne, la sua schiava gli dava piacere, la sua sborra mi rimbalzò in bocca, la sentì vischiosa scendermi in gola, lo devo riconoscere ero letteralmente imputanita, ma a lui piaceva e io ne provavo un orgoglio unico. La sua schiava. E niente altro. Mi rilassai, avevo ora il suo cazzo in mano, il piacere mi colava dalle labbra, dovevo essere oscena non mi interessava e a quel punto lui rivolgendosi alla troia mia accompagnatrice e maestra….
” Baciala, puliscile dalla sua bocca il mio piacere, su mettila in ordine che dobbiamo andare a fare benzina”.
Io ero nuda, l’altra donna mi dette prima una leccata quasi furtiva sulle labbra e poi un bacio appassionato, la sua lingua andò a giocare con la mia, nel tentativo di pulirla dalle ultime gocce di piacere del suo anzi del nostro padrone. Eravamo come perse davanti a lui che ci osservava, non potevo avere il suo cazzo dentro di me, ma almeno eccitarlo, dimostrargli che cos’ero capace di fare perché lui lo voleva. Il profumo di quella donna era forte e mi dava alla testa, poi però dopo quei baci appassionati tutto finì, ci eravamo divise il suo piacere, lei me lo aveva tolto dalla bocca e non mi sarei immaginata che di li a qualche giorno avrei fatto lo stesso con mia madre; . Ora però eravamo li io ero sempre rimasta accucciata come una brava cagna, ora mi fecero alzare e come mi alzai mi vergognai a morte mentre con i primi passi mi uscì dell’aria dal buco del culo che mi avevano en trapanato, aria anche dalla figa, mi facevo schifo, divenni rossa mentre entravamo in quella specie di vicolo con su un lato delle impalcature da costruzione . Fummo sulla strada, la notte era scesa io tra i due ero nuda, e c’era traffico, auto che passavano a caccia di troie e visto il caldo della sera qualche frettoloso passante. Mi sentì tremare le gambe dalla paura, feci per divincolarmi, per scappare, volevo mettermi almeno quello sbrindolo di vestito che avevo ancora, ma lui fu irremovibile…
” Ti devono guardare, devono guardare una femmina così fatta esclusivamente per il letto e per il sesso, mi ricordi tanto tua madre quando eravamo giovani e ti stai comportando come lei, vedremo se la superi in fatto di troiaggine. “
Parole simili non me le aspettavo, si, mia madre era stata una rivelazione, non mi sarei mai aspettata una cosa simile da lei e invece si era comportata da troia provetta e aveva anche ceduto la figlia, non aveva mosso un dito per quello che mi era successo e per quello che sapeva mi avrebbero fatto durante la notte. Lei era stata accompagnata a casa e chissà che cosa si era detta con il Paron.
Uscirono dal vicolo i fari delle macchine illuminavano la strada con i lampioni, girarono subito a destra e si diressero verso la pompa di benzina della Erg, i colore verde e blu delle insegne e le luci quasi a giorno che illuminavano le colonnine. L’auto di lui era ferma era li e mentre si avvicinavano, mentre Sara si sentiva letteralmente morire, era completamente nuda vestita di soli tacchi a spillo, ora toccava fare a lei il pezzo più brutto, se la strada anche se illuminata dai lampioni si poteva definire nella penombra la pompa di benzina no, era in piena luce e chiunque l’avrebbe potuta vedere. L’unica cosa era l’ora ormai tarda, ma non si dava pace e lui accorgendosi del suo stato…
”Sara fai benzina ….”
Per lei fu un tuffo al cuore. Li in centro di Udine sotto la vista di tutti negli stati in cui si trovava, così dicendo lui le diede un biglietto da 50 euro da infilare nel distributore automatico e salito in auto aprì lo sportello della benzina dall’interno. Sara era impacciata, rossa in volto non capiva si vergognava e nello stesso tempo il suo esibizionismo , quell’agitazione perversa la stava pervadendo di nuovo. Si era piaciuta ridotta a vera schiava, buco dove scaricare il piacere in fianco al supermercato, ed ora stava succedendo lo stesso. Lei una schiava, eseguiva, si faceva vedere si mostrava , anzi lui la metteva in mostra per far vedere a tutti la sua puledra o animale: una schiava e niente altro pronta a eseguire i suoi ordini .
Mi trovai i 50 euro in mano, in un primo momento non capì ma poi tutto si illuminò nella mia testa, dovevo muovermi completa- mante nuda, l’unica cosa era che la macchina da come si era fermata presentava la fiancata dalla parte del serbatoio verso l’interno e non verso la strada, ma per il resto io ero li in piena luce alla vista di tutti quelli che passavano; la passeggiata che avevo fatto quei pochi metri erano stati una sofferenza ma ora lui voleva ancora divertirsi nei miei riguardi e così come una sonnambula incurante di chi mi potesse vedere e apprezzare una donna completamente nuda fui tra le pompe di benzina, infilai la banconota nell’apposita apertura e poi presi la pistola per fare il pieno. Sul display correvano i numeri, mi sentivo impacciata mentre l’altra donna mi osservava, lo sapevo mi stavo esibendo e la mia figa in quel momento non mentiva, mi sentivo eccitata, sporca, lurida, mi avevano chiavata , avevo fatto un pompino con l’ingoio a lui e ora giravo nuda, quasi per farmi vedere.
CONTINUA