Era giunta l’ora di uscita, lavorava fino alle 14 e 30 aveva il cuore in subbuglio, voleva di nuovo incontrare quell’uomo dalla barba bianca. Lo affascinava c’era qualche cosa di malefico in quello sguardo; si faceva rabbia, non le era mai capitato di essere andata in bagno e di scoprire di essere fradicia, si fradicia di piacere per quei pensieri e quei ricordi. Era furibonda con lei. La dottoressa…..…C. S. non si poteva ridurre così , ma era successo, si era solo sfiorata in quell’angustia toilette dell‘ufficio per avere un orgasmo fulminante. E tutto il giorno , quelle ore che aveva passato con i suoi colleghi al lavoro tra provette e carte era stata nervosa e per un niente aveva risposto, vedeva gli uomini, le sue colleghe guardarla interdetti , loro non capivano ma lei si. Quel bit nella sua testa era esploso con tutta la sua forza……Quella donna ridotta a schiava l’affascinava e la attirava. Come poteva una persona ridursi così, come poteva inanellarsi per far piacere a un uomo, farsi i buchi sui capezzoli, annullarsi per diventare una cosa. Si, era vero nei suoi giochi con la sua amica del cuore aveva fatto da schiava, si era fatta aprire il culo da un plug, ma era un gioco di ruolo tra loro due. Essere costretta a lei piaceva ma una volta finito tutto ritornava come prima. Ma quella donna invece era stata comperata, era stata ceduta per soldi in pieno XXI secolo e accettava il suo stato; accettava fino al punto di portare anelli ai seni per il suo padrone, per lei era inconcepibile , il suo bel corpo forato…no, questo no una cosa del genere era fuori di ogni dubbio…..eppure voleva sapere, voleva capire che cosa provasse quella donna e poi c’era lui, quel porco dalla barba bianca ; come tutti i maschi e ….non era che suo marito si salvasse. Quante volte nella loro stanza le aveva chiesto di essere una donna sottomessa, no a quei giochi non ci stava…eppure…..
Eppure vedendo quei seni inanellati da schiava si era bagnata. Aveva sentito quella dolce sensazione pervaderla e aveva provato un misto di piacere e vergogna, rabbia con se stessa.
Ora era nel traffico la sua auto correva; correva verso l’autorimessa, poi il piccolo tratto a piedi fino a casa, doveva incontrare quella donna, li voleva invitare per il dopo cena, la scusa era buona, doveva contracambiare l’invito….Chissà come si sarebbero presentati vestiti, lei da schiava, aveva sempre tenuto quel collarino di cuoio e quelle tette impertinenti di cui si vedevano gli anellini in oro in rilievo sotto la polo che portava, Aveva una magnifica figura lo riconosceva e un trucco perfetto. Borsa a tracolla, tra la gente , facce anonime, occhieggiavano il suo petto, era trafelata e le sue tette ballavano, chissà se l’avesse vista suo marito o qualche suo conoscente. Le sue gambe scattanti erano ben in mostra e la gonna al ginocchio che portava le stava d’incanto, ma lei , lei voleva incontrare quell’uomo e…..non incontrò lui ma incrociò l’altra donna, la sua schiava, ormai la definiva così. La incrociò mentre rientrava a casa portando un paio di borse su un carrellino di quelli che si tirano tipo trollei, erano in zona pedonale…ci fu il classico……
”Oh lei la mia vicina di casa, buona sera signora come va? Ha passato bene la giornata? “
Il cuore le batteva all’impazzata…non sapeva come proseguire il discorso ma senza volere le venne in auto l’altra donna….
”Cosa fate questa sera noi siamo soli, e il mio Signore dovrebbe rientrare tardi, è andato fuori città per un impegno”
Prese la palla al balzo e :
“ Ma potete venire da noi, i nostri amici sono tutti fuori città, e siamo soli anche noi, e poi ora tocca a noi offrirvi una bibita fresca”
In cuor suo era felice, rivedeva quella donna e rivedeva quell’uomo. Giunsero così all’ascensore e nella cabina furono loro due, la potè vedere bene, la sera prima in quell’appartamento dalle luci basse non si era accorta, quella donna aveva diversi anni più di lei, era sempre una bella donna, e truccata sapientemente , il corpo se lo ricordava, non aveva un filo di grasso e il viso…. uno sguardo da viziosa e per un momento si sentì in imbarazzo, si accorse che le guardava il petto e sapeva , si notava che non portava la parte alta dell’intimo…era la prima volta che conosceva una schiava nel vero senso della parola, provava un profondo turbamento. Arrivarono al piano, si salutarono e chiusa la porta del proprio appartamento si poggiò ad essa lasciando cadere la borsetta, abbassò la testa, il profumo di quella donna, il languore che provava da tutto il giorno si era ingigantito e…portò le mani al ventre poggiandosi allo stipite, si tirò lentamente su la gonna e le sue dita corsero al suo triangolino, era depilato alla perfezione, non le piacevano i peli li trovava antiestetici. Le sue mani lo artigliarono, le sembrò di essere tornata ragazzina. L’orgasmo la travolse, lentamente si lasciò andare e sempre poggiandosi alla porta si trovò accucciata, su stava toccando con rabbia, era un lago e suoi slip traforati di pizzi erano nuovamente fradici era come stravolta, continuò a toccarsi, la mano li forzò, li ruppe, non le interessava, il suo intimo costava un patrimonio ma in quel momento voleva godere e godere, non lo capiva neanche le, accucciata, si mosse leggermene e fini in ginocchio, fu a quattro zampe per l’esattezza poggiava sulle ginocchia e su una mano, l’altra…l’altra era letteralmente immersa nella sua fica, aveva stracciato le mutandine non le interessava altro, le sue dita erano dentro di lei e poi mentre si riprendeva come con un ultima voglia si pizzicò violentemente il bottoncino…male, piacere si sommarono, piacere allo stato puro e non capì più niente . L’orgasmo la travolse , si ritrovò in posizione fetale con gli occhi chiusi, le sue belle gambe scoperte fino all’inguine e la sua mano tra di loro, colori, scosse elettriche che si rincorrevano nel suo corpo e finivano per esploderle in testa in fantasmagorici lampi era letteralmente partita, uggiolava, un grido roco le uscì dalla gola, poi un bisbiglio……”cazzo…” quasi detto sotto voce…… “un cazzo, un cazzo turgido per le mie ninfe”, un cazzo che la sfondasse e che si facesse strada in lei, che lo sentisse dentro, che lo sentisse vibrare l’attimo prima di esplodere e di darle il suo lattice bianco. Continuò, pazza come un erinni, la gonna rimase sul pavimento , addosso, con quella sottoveste e la mutandina stracciata che le era scesa la caviglia, corse in bagno e si sedette sul vater come aveva fatto in ufficio ma questa volta sapeva quello che voleva e che sarebbe successo. Li seduta si toccò ancora con rabbia, gemiti, solo gemiti per la prima volta sognò di avere un uomo, uno qualunque , non le interessava del marito e nella sua testa rivide quel demone dalla barba bianca……
Io nel frattempo ero arrivato a casa, la chiave nella toppa il classico ciao amore tutto bene e lei mi si parò davanti, aveva un completino mini, una vestaglietta leggera che le modellava il corpo, cadeva alla perfezione, era una vestaglietta dalle trasparenze assassine , ricordo quando l’avevamo comprata le sue parole…….
” Ti ringrazio del regalo ma una cosa del genere non la metterò mai “
E l’aveva messa, stava preparando la cena, portava davanti un grembiule che la copriva, io riuscì a capire dai colori che si trattava di quel capo, ma il trauma lo ebbi quando si girò per ritornare in cucina dopo il classico bacio la vidi in tutta la sua bellezza. Il suo fantastico intimo traforato si vedeva perfettamente fasciarle il suo fondoschiena e altro non c’era,…… solo le trasparenze date da quel vestito, era bella, dannatamente bella. Dalla cucina mi gridò…..
”E’ tutto pronto, dopo cena verranno i nostri vicini a bere qualche cosa”.
Rimasi interdetto, dopo quella sparata sulla libertà e sulla schiavitù non……, non ci potevo credere…ma tutto sommato, l’uomo non mi interessava, era un classico vecchietto, ma la donna era un bel tipo e meritava essere guardata ma per il resto non vi feci molto caso, una serata con altre persone non è che ci facesse poi tanto male. Cenammo, eravamo uno di fronte all’altro in quella grande cucina, di cucine così non ne facevano più, era proprio una casa inizi novecento, li i nostri mobili si perdevano. Io non avevo occhi che per quel vestito che portava e quello che si vedeva messo in risalto dalle trasparenze . Quelle tette erano fantastiche e sapevo di potermele godere e non vedevo l’ora che i nostri vicini di casa arrivassero per poi andarsene, la mia cara dottoressa …..C….S…..mi faceva voglia e mi attizzava, ero letteralmente innamorato. Finita la cena lei corse in bagno, io sparecchiavo quando suonarono il campanello di casa……e andai ad aprire, e il mio cuore ebbe un sobbalzo, lui era vestito come il solito, maglietta e pantaloni di lino, ai piedi un paio di scarpe senza calze mentre lei era uno schianto, un corpetto di raso che le faceva letteralmente esplodere le tette, mentre per le gambe un paio di pantaloni attillatissimi, hai piedi mi sarei immaginato un paio di sandali dai tacchi alti ma portava un paio di ciabatte infradito.: I miei occhi furono attirati da quella scollatura era….no. non era prorompente ma prometteva notti da sogno. Queste erano le mie idee guardando quella donna e poi arrivò la mia lei C….era da far girare la testa, un magnifico maglione di cotone grandi due taglie più del dovuto che le lasciava una spalla scoperta; sotto si vedeva chiaramente che portava un paio di pantaloni tipo bermuda, era bella, bella da far paura ….ma con mio fastidio fissava quell’uomo in maniera strana, no che fossi geloso ma capivo che erano su un’altra lunghezza d’onda, io non centravo ma nello stesso tempo sentivo che stava per esplodere un ciclone. Portavano una bottiglia di quello buono in un secchiello del ghiaccio e un’altra in mano che lui chiese immediatamente di mettere in frigo, mentre lo feci loro si accomodarono in salotto, lui come suo uso si mise seduto sull’unica poltrona che avevamo mentre la sua accompagnatrice assumeva la solita posizione, seduta ai suoi piedi, C…..era sul divano , aveva preparato dei bicchieri e il vino troneggiava nel secchiello del ghiaccio, ce lo versammo, ci fu un brindisi le classiche frasi e poi lui mi chiese del mio lavoro, gli raccontai che ero socio di uno studio di architettura e le cose non andavano poi così tanto male, dissi anche che ci stavamo facendo la casa in periferia… e poi si iniziò a parlare di C……mia moglie
”E la sua bella moglie cosa fa , la signora deve avere i miei complimenti, è splendida proprio una bella donna “
Così dicendo la guardò a fondo, e continuò…
”Vedo che le piace vestire in maniera sportiva, ma ci sono dei capi che potrebbero mettere in risalto la sua bella figura…ha mai pensato di fare la modella?”
C…si schernì, divenne rossa in volto e la sua fu una risposta laconica.
“Non è nel mio stile, non mi mostrerei mai dinanzi ad altre persone quasi seminuda o nuda mi vergognerei troppo”
Ma quel vecchio mefistofelico con un sorriso sornione continuò implacabile “
Non creda di essere diversa dalle altre, voi donne siete vanitose e vi piace essere guardate, l’attimo di non ritorno, provate qualche cosa……non so come spiegare”…… e si mise a ridere…
”Guardate la mia cara Nathalia, è una bella donna e ama mostrarsi….”
E così dicendo le accarezzò la testa , A quelle parole mia moglie saltò fuori dai gangheri e alzando la voce…
”Lei è un essere spregevole, la tiene come una schiava e sono sicura che se non glie lo chiedesse lei non lo farebbe,”
I suoi occhi mandavano lampi , le sue solite ire da leone che conoscevo bene ma lui imperturbabile
“Non creda signora anche lei ama farsi vedere….l’ho vista questa mattina mentre andava a lavorare…si, lei non si è accorta di me, passo inosservato, stavo rientrano a casa; amo fare una passeggiata alla mattina presto..e lei era tutta da guardare con quel suo magnifico vestito giacca e gonna e se non sbaglio le si vedeva benissimo il ricamo della sottoveste di seta che portava…….”
Rimase a bocca aperta e divenne rossa, abbassò la testa, sentì la sua mano che mi cercava, e io feci da pacere dicendo che non serviva arrabbiarsi Ci mettemmo a ridere tutti, ma quel vecchio sparò la sua salva , e a distanza di tempo pensando a tutto quello che successe poi quello fu realmente l’inizio…
” Bene, domani la signora uscirà con la mia compagna che la porterà a fare delle spese , acquisteranno dei bei capi di vestiario, c’è un negozio che conosco che per lei sarà una sorpresa vedrà….”
E poi rivolgendosi a me…
“Ne potrà essere solo contento e sua moglie lo sarà pure.”
C……si schernì ma sentite anche le mie insistenze cedette, io nel frattempo mentre parlavo mi mangiavo con gli occhi Natalia , era afrodisiaca e sapendo che cosa c’era sotto quel bustino mi sembrava di impazzire.
CONTINUA